Brasile emblema del mondo? Una immigrazione confusa, per certi sensi sconvolgenti, invade l’Europa, invade l’Italia, ma un tempo, diciamo un secolo fa, l’Italia non era meta di immigrati: era terra di emigranti. Si andava “nelle Americhe”, si andava in Brasile. Tempi diversissimi – contesti diversissimi. Ma come erano, cosa erano le nostre migrazioni? Ugo Guadalaxara rinnova la sua “sfida” controcorrente in tutti i sensi con una riedizione, la seconda, di “Brasile una misteriosa saudade” completamente riveduta, arricchita. Nessun riferimento alle migrazioni attuali: alla sensibilità del lettore eventuali riflessioni. Ma allora? Allora è importante e attualissimo rivedere le nostre “storie” e l’avvento di Papa Francesco successivo alla prima edizione del libro, le sue origini, il suo immediato viaggio in Brasile, le sue parole hanno costituito per l’autore quasi una conferma, un avallo alle sue intuizioni, uno sprone per ulteriori considerazioni, per insistere sulla necessità di rinnovare, di rinnovarsi, di lottare. Solo un romanzo? No, un “viaggio” tra sentimenti, emozioni, sogni, realtà, fede. Non solo racconti dei nostri migranti e l’intrecciarsi con la storia del colosso sudamericano, ma un’ipotesi affascinante e per niente blasfema: l’uomo creato millenni orsono in Brasile, trasmigrato “in spirito” nel mondo e poi destinato a tornare per realizzare, con esperienze ed evoluzioni diverse – e gli ultimi rigurgiti del Male - la società voluta dal cielo. “Cerchiamo vie nuove – afferma l’autore - nella sostanza, nel modo di esprimerci, di scrivere – di vivere”. Una meditazione attualissima e “rivoluzionaria” sulla nostra esistenza, sulla nostra migrazione: si cercava il pane, un lavoro, la fortuna, oppure si cercava se stessi?
Dopo pubblicazioni rigorose (ma non per questo meno avvincenti) Ugo Guadalaxara, che si dedica da tempo alla cultura brasiliana, ha voluto scrivere un libro ostentatamente diverso, sia nella sostanza che nello stile con una tesi suggestiva, quasi provocatoria, tra realtà e utopia: il Brasile dapprima culla dell’umanità e infine ultimo confine prima del Paradiso, con il raggiungimento (pur tenendo conto di ulteriori rigurgiti di violenze e diavolerie) dell’uomo voluto dal cielo. Un testo particolare, tra saggio e romanzo, cercando di entrare, con una affascinante ricostruzione, attraverso tante migrazioni, nell’anima del colosso sudamericano. Si è detto migrazioni: ma migrazioni o inconsapevoli ritorni verso la terra di origine di tutta l’umanità? E perché così diffusa questa parola struggente e unica, saudade (e non semplicemente nostalgia, che pure esiste in portoghese), questo sentimento di rimpianto e di solitudine che coinvolge ed emoziona tutti? Storie di uomini, storie di migranti, e l’importanza dell'ambientazione, appunto il Brasile, Paese-simbolo conteso da tutti, a lungo considerato come un colorito, ironico stereotipo del Terzo Mondo (ma che ci ha superati fra le potenze economiche) da scoprire, da riscoprire. Il Bene, il Male, gli Spiriti Maligni. Il Bene assoluto? E’ storia: una povera immigrata italiana (Amabile Visintainer, trentina) diventata religiosa come Madre Paulina, canonizzata nel 2002 e che è in assoluto il primo Santo del Brasile. Il Male Assoluto? Un uomo ucciso sull'autobus per una rapina da 4 soldi mentre va al lavoro. Gli Spiriti Maligni? Una famiglia drammaticamente sconvolta per l'egoismo del primogenito. Solo alcuni esempi di storie di migranti, migranti italiani, spesso apparentemente simili, con periodi in neretto che si ripetono, ma poi con risvolti assolutamente diversi. Storie infelici e felici, storie d'amore e di odio, storie commoventi, semplici, drammatiche. Tanti i personaggi: i grandi pionieri, i conquistatori di ieri e di oggi, semplici lavoratori, affaristi, pseudo-turisti, gli ex schiavi negri, i pochi indios superstiti, i senzatetto, i bambini di strada, un professore dalle presunte vite anteriori, la fede e le pseudo-chiese, gli spiriti (con un bambino soggiogato dal padre e costretto a sconvolgenti sedute). Emozioni, colpi di scena, sentimento, il tutto in un ambiente reale, vivo, vivissimo: il Brasile, appunto. La tensione non manca. Già dall'inizio fra l'altro si intuisce che il narratore potrebbe non essere chi sembra, e costituisce, verso il finale, un po' la chiave del romanzo. Un libro particolare con una tesi, un finale choc, per chi abbia voglia di leggere, magari rileggere – riflettere.
Ugo Guadalaxara è nato a Genova e vive tra Bologna e S. Paolo del Brasile. Giornalista professionista, già caporedattore de “il Resto del Carlino”, dopo essere stato caposervizio de “Il Giornale di Bergamo” e corri spondente, tra l’altro, de “La Stampa”, si dedica da molti anni esclusivamente alla cultura brasiliana. Tra le pubblicazioni al ri guardo, il libro Brasile cuore del mondo con il quale ha vinto il premio letterario “l’Autore” per la saggistica degli editori Maremmi di Firenze. Una sua poesia, Rio, un cielo che piange nel mare, è stata anche inserita in un’antologia curata da Serena Maffia per l’editore Perrone.
- Collana Approdi
- ISBN 9788862063722
- pp. 380
- PREZZO € 17,50